Cenni storici

Le due torri Aragonesi
Le due torri Aragonesi di via Marina, la torre ‘Brava’ e la torre ‘Spinella’ che facevano parte della cinta muraria aragonese del castello del Carmine. E la quattrocentesca torre ‘Spinella’ ha svelato il suo segreto.

‘La cella dei condannati a morte’
E’ stata infatti ritrovata la porta di accesso alla Torre, murata da decenni, dove fu imprigionata Eleonora de Fonseca Pimentel prima di essere condotta al patibolo il 20 agosto 1799. La torre era nota in epoca borbonica come ‘guardione de’birri’ ed ospitava i condannati a morte nelle ore che precedevano l’esecuzione. La porta ritrovata immetteva proprio nella cella in cui erano alloggiati i condannati prima dell’esecuzione in piazza Mercato. Il giorno dell’esecuzione i condannati erano condotti lungo le mura del Castello del Carmine, che fu demolito nel 1906 per far posto a via Marina, fino ad arrivare al “vicolo dei sospiri” e da li entravano a piazza Mercato passando sotto l’arco di Sant’Eligio.

Le mura di Napoli

Reperti disseminati lungo la superficie cittadina che tanto narrano e ricordano della storia di Partenope. quelle mura rappresentavano un circuito difensivo fondamentale per Napoli e per i suoi abitanti. Quelle mura, di cui, oggi, sopravvivono pochi e frammentari resti, abbracciavano un perimetro pari alla grandezza del centro antico, di cui è facile immaginare il percorso seguendo le cortine delle abitazioni.
Le costruzioni militari intraprese in epoca aragonese, regalarono alla città un sistema difensivo moderno e di tutto rispetto: le mura e le torri furono portate più avanti rispetto alle impostazioni antecedenti; nel 1484 Ferrante d’Aragona promosse un ampliamento orientale della cortina difensiva. La città si presentava con un perimetro visibilmente allargato e provvisto di ventidue possenti torri cilindriche: partendo dal forte dello Sperone, al Carmine, proseguiva l’odierno corso Garibaldi combaciandosi con la nuova Porta Capuana; la cinta continuava ad estendersi sull’attuale via Cesare Rosaroll e circondava a nord San Giovanni a Carbonara; rivolta ad occidente,nfine, si delineava a Porta San Gennaro.Le mura avevano uno spessore che variava tra i 5 e i 7 metri; le torri presentavano un posto di guardia, rivolto verso la città e che inoltre induceva alla copertura ed ai cammini di ronda.
All'esterno, come ulteriore mezzo difensivo, vi erano i grandi fossati, ma anche i pontidi accesso alle porte. Queste nuove applicazioni, generalmente, furono senza alcun dubbio maggiormente adatte alla difesa piuttosto che all'attacco. Del periodo aragonese sono sopravvissute allo scorrere dei secoli porta Capuana e porta Nolana e le loro torri laterali; altre tracce e torri risultano essere "affogate" dalle costruzioni susseguitesi dopo il XV secolo.Rilevanti resti di mura Aragonesi sono riscontrabili in via Concenzo Muzj.La porta del Carmine, sempre di epoca aragonese, fu abbattuta nel 1862.